Il lavoro cambia e così anche l’ufficio, troppo spesso però le cose che ci interessano di più rimangono sempre le stesse. Questa volta prendo spunto da una ricerca del Workplace Wellness Study per focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti che sono la base del benessere in ufficio, eppure, per i motivi più svariati, faticano ad essere seriamente presi in considerazione.
Parto da due semplici domande:
• Cosa desiderano i dipendenti per il proprio workplace?
• Quali sono le caratteristiche che apprezzerebbero di più in ufficio?
Sembrano domande banali ma nella realtà dei fatti si preferisce enfatizzare soluzioni che rappresentano più una corrente di pensiero basata sullo svago e il divertimento che la propensione a orientare la progettazione di uno spazio ufficio.
Basta un tavolo da ping pong in ufficio per raggiungere il benessere?
Il tavolo da ping pong, la palestra o ancora le aree di incontro e ricreazione dei dipendenti, sembrano la soluzione ideale per promuovere l’interscambio, la creatività e infine la produttività.
In molti articoli ho già fatto riferimento alla psicologia ambientale secondo la quale è opportuno tenere conto di chi siamo e da dove proveniamo, come specie che si è evoluta in migliaia di anni. In questo caso il punto di vista non è quello degli studiosi e dei ricercatori ma dei protagonisti, i lavoratori d’ufficio.
Le interviste condotte nella ricerca sopra menzionata, contengono risposte se vogliamo banali ma concrete. I principali elementi emersi sono 3:
• La buona qualità dell’aria
• La luce naturale
• La possibilità di personalizzare la propria workstation
Secondo la ricerca, i driver più importanti per generare felicità e benessere in ufficio, sono la possibilità di avere accesso diretto all’aria che proviene dall’esterno e l’illuminazione naturale. Il fitness e altre facilities, orientate al leisure, hanno avuto minore considerazione.
Oltre a ciò hanno sorpreso le risposte di approfondimento. La metà degli intervistati ha affermato che l’aria di scarsa qualità induce sonnolenza con conseguenze importanti sulla perdita di produttività, calcolata in 1 ora di lavoro al giorno.
i driver più importanti per generare felicità e benessere in ufficio, sono l’accesso all’aria che proviene dall’esterno e l’illuminazione naturale
Un buon progetto d’ufficio permette di raggiungere 3 tipi di benessere
Questo studio ha un’importanza relativa, basandosi su dati squisitamente qualitativi, ma è rilevante perché permette di focalizzarsi sul concreto. Un’azienda, che sta pensando ai propri dipendenti, cosa dovrebbe fare volendo ristrutturare lo Space office?
Deve tenere presenti 3 fattori che sono direttamente collegati all’idea allargata di Benessere in ufficio:
• Il Benessere fisico comprende le attività di movimento e l’ergonomia.
• Il Benessere ambientale che deriva dalla qualità dell’aria e della luce in primis, ma anche dalla temperatura e dalla limitazione del rumore di fondo.
• Il Benessere emotivo che riguarda lo stress proveniente dalla mancata connessione con il mondo esterno.
In questo caso l’indagine è sicuramente più aderente alle condizioni ambientali del lavoro tralasciando probabilmente aspetti come il benessere sia fisico che emotivo. Il cosiddetto comfort ambientale può essere suddiviso in:
• Benessere termo-igrometrico – come la temperatura e il livello di umidità nell’aria in un edificio.
• Benessere acustico – si verifica quando il rumore non influisce sul proprio livello di concentrazione.
• Benessere luminoso – ottenibile dalla giusta quantità di luce intesa durante tutto l’arco della giornata.
Per arrivare ad ottenere questi risultati, ogni organizzazione deve mostrare il suo impegno in determinate aree:
• In primo luogo c’è l’orientamento dell’azienda al benessere dei propri collaboratori.
• Deve cercare di creare la connessione tra il reparto delle Risorse Umane e chi si occupa della ristrutturazione degli uffici, in modo da contemplare misure che riguardino il benessere secondo le tre varianti poco fa mostrate.
• Concentrare il proprio sforzo non tanto sui gadget utili a qualcuno, ma a tutti come la possibilità di personalizzare la workstation.
• Porre in essere delle misure idonee a misurare il benessere e il suo collegamento con i risultati aziendali.
Il benessere è in parte soggettivo
Sebbene i fattori che portano al benessere in ufficio siano abbastanza identificabili, è vero anche che la percezione di ognuno di noi cambia in relazione alla situazione e al nostro modo di percepire l’ambiente.
Basta un solo esempio per chiarire questo punto: il rumore della stampante normalmente può risultare fastidioso, ma lo è di meno se la stiamo usando noi.
La soggettività dipende anche dal livello di stress che abbiamo accumulato per effetto del lavoro intenso oppure a causa dell’alienazione, in questi casi l’effetto della luce e del verde, come ormai attestato da numerosissime ricerche, può fornire un sostegno in termini di restauro cognitivo ma probabilmente abbiamo bisogno di qualcosa in più.
Gli spazi ricreativi o collaborativi, riportano quelle risorse cognitive che abbiamo esaurito.
la percezione di ognuno di noi cambia in relazione alla situazione e al nostro modo di percepire l’ambiente
Non esiste quindi l’ufficio perfetto ma può diventarlo a seconda delle necessità. La parola d’ordine ancora una volta sembra essere “flessibilità”, spazi diversi adatti alla concentrazione, al lavoro in team e alla condivisione sociale.