Cosa si intende per progettare uffici per le diverse generazioni? Non è per nulla scontato affermare che gli uffici cambino in relazione alla carta d’identità dei suoi occupanti, eppure è così. Basta osservare un vecchio film per notare come e quanto siano diversi i luoghi di lavoro rispetto a quelli che frequentiamo oggi.
Meno scontato è invece ammettere che le generazioni siano tra loro divise almeno su alcuni aspetti. Non si parla certo di aspetti fondamentali e universali come la ricerca della felicità, oppure la necessità di sicurezza e il bisogno dell’apprezzamento sociale. I cambiamenti generazionali sono più concentrati sulle aspettative di come si evolverà la propria vita lavorativa, sui valori generalizzati a cui si fa riferimento e allo stile di pro-attività tipico.
Lo spazio ufficio organizzato non è indifferente a queste sfumature, anzi per quanto abbiamo più volte asserito, gioca un ruolo fondamentale per variare e in qualche modo assecondare, la percezione di accoglienza. Più mi sento a mio agio, minore è lo stress che produco, il risultato è visibile in termini di prestazioni lavorative superiori e in termini di una maggiore quota di benessere percepita.
Per non rischiare di far confusione scomponiamo questo argomento in più sezioni, alla fine dovremmo capire come mai in questo periodo specialmente, l’ufficio stia profondamente cambiando, il tutto al netto dell’effetto smart working accelerato dalla pandemia.
Generazioni di lavoratori e stili di design per ufficio
A discapito di quanto si possa credere, il lavoro dell’architetto non nasce esclusivamente dalla sua creatività. Il suo talento riguarda più che altro la capacità di interpretare il momento sociale, tanto maggiore è questa capacità quanto più in avanti si spinge la sua previsione. Il designer trasforma lo spazio e lo rende adeguato ai valori e alle aspettative dei suoi occupanti.
Il nuovo headquarter viene disegnato per essere adeguato alle generazioni che lo occuperanno per diversi anni. Sapere quali sono le aspettative, i valori e i comportamenti tipici della generazione che diventerà maggioritaria da li a qualche anno, è fondamentale per non dovere riprogettare gli uffici dopo poco tempo.
Questa introduzione serve a comprendere come mai i riflettori siano tutti puntati sulla generazione Z. Prima di descriverla, e con essa, prima di capire come devono essere strutturati gli uffici del futuro, classifichiamo le generazioni a seconda delle età. Ovviamente ci sono delle aree di sovrapposizione, in questa sede cerchiamo di semplificare il più possibile i concetti:
- Baby boomer nati dal 1946 – 1964
- Generazione X nati dal 1965 al 1979
- Millennial (o generazione Y) nati dal 1980 al 1994
- Generazione Z nati dal 1995 al 2009
- Generazione Alfa nati dal 2010 al 2024
A seconda della fonte dati di riferimento alcuni anni possono cambiare leggermente. Per i nostri scopi non si può ancora parlare di comportamenti e valori tipici della generazione alfa poiché non ancora presenti nel mondo del lavoro.
Come riferimento teniamo conto che nel 2030 la generazione Z supererà il 30% del totale, l’ufficio si sta quindi evolvendo per anticipare quest’ondata di nuovi impiegati e manager.
Progettare uffici per la Generazione Z
Ricevere un’offerta di lavoro da una delle società tecnologiche più in voga è comunemente considerato un colpo di fortuna. Lo è sicuramente per un millennial per lo status che rappresenta, per le ottime possibilità di carriera, per i benefit e quant’altro. Non è così per la Gen-Z più propensa a valutazioni basate sull’etica che attiene, in questo esempio, al messaggio non molto edificante di un settore affetto da pratiche scorrette, giustificate dalla ricerca del profitto ad ogni costo.
L’allineamento ai propri standard morali nella Gen-Z è prioritaria e si palesa in termini di preferenze sia nell’ambito lavorativo che nei consumi quotidiani. Briciole di pane da seguire per l’architetto chiamato ad interpretare nuovi spazi lavorativi.
Per qualche verso identifichiamo questa generazione per la naturale accettazione delle diversità (inclusione), per l’avversità a qualsiasi forma di discriminazione e ai pregiudizi, per il rispetto e la franchezza in merito alla diversità di genere.
A discapito di quanto si possa pensare, la comunicazione faccia a faccia è largamente domandata da una intera generazione che forse ha relegato lo schermetto del telefonino al passatempo e non alle cose serie della vita. Senso di appartenenza e voglia di qualificare il proprio impegno a cavallo tra il “socialmente utile” e “significativo” per un mondo migliore.
Caratteristiche che messe insieme di per se identificano spazi di lavoro non solo flessibili e multi target ma completamente trasparenti. Ne deriva un uso abbondante delle vetrate come segno di inclusione e accettazione. Ossigeno per la mente, aspettative di uno standard lavorativo più elevato rispetto al passato,
Indipendenza e intraprendenza da interpretare negli uffici del futuro
Infine vale la pena evidenziare un atteggiamento di fondo già visibile ora dal numero spropositato di start up guidate da imprenditori in età giovanissima. L’indipendenza e l’intraprendenza non sono solo atteggiamenti favoriti dall’oceano di possibilità del digitale, bensì si tratta di comportamenti nuovi che trovano in questa epoca una base culturale unica e mai registrata prima.
I baby boomers hanno fondato le proprie scelte sul denaro e sulla posizione sociale, per replicare. e migliorare quanto già fatto dai loro genitori negli anni del boom economico (anni 50′ e 60′). La generazione X si è focalizzata sul prestigio personale raffigurato dallo status di lavoro, I millennial hanno iniziato ad intravedere la possibilità di realizzare i propri sogni, spesso naufragati da bolle spaventose. Oggi la Gen-Z è la prima a ritenere che sia perfettamente naturale realizzare le proprie passioni. Da ciò deriva probabilmente la naturale propensione a idealizzare le proprie scelte.
Tutte queste caratteristiche spostano le priorità di design utili per progettare uffici nuovi.
Progettare uffici proiettando il futuro del lavoro d’ufficio
Quando si entra nello specifico le cose in parte non sono più come ce le siamo immaginate. Le idee muovono la nostra mente fino ad immaginare ciò che non esisteva prima. Il progettista basa le sue idee sulla ricerca dei comportamenti generazionali, li interpreta e rende lo spazio un habitat ideale. Quando più generazioni convivono nello stesso spazio a rendere la convivenza produttiva per tutti ci pensano la flessibilità e le tendenze. Così facendo coloro che hanno bisogno di tempo per cambiare lo stile lavorativo mantengono aree di comfort e allo stesso tempo il nuovo non si rimane fuori dalla porta.
Progettare uffici è quindi un’attività sempre rivolta al cambiamento futuro che si cerca in una certa misura di anticipare.
La nuova forza di lavoro crea sempre curiosità, si formano inevitabilmente dei preconcetti che cercano di inquadrare uno stato evolutivo. La Generazione Z incuriosisce più delle altre non solo perché sta per emergere numericamente ma soprattutto perché ha vissuto un periodo storico unico, che ha generato, in risposta, comportamenti ben delineati e per questo motivo è portatrice di aspettative rivoluzionarie. I loro luoghi lavorativi oltrepassano il concetto di spazi confinati, la parola d’ordine è “connessione” alleviando la preminenza del “dove e quando”.
Lo zoomer ingloba la flessibilità senza barriere, la vive nelle relazioni sociali, la chiede come un’esigenza primaria. L’ufficio di conseguenza deve sforzarsi di eliminare quante più divisioni e barriere possibili.