Star seduti per troppo tempo di fronte ad uno schermo per cinque giorni alla settimana di certo non può far bene. Il tema della sedentarietà in ufficio è stato affrontato da molti studi scientifici tanto che oggi non c’è più bisogno di avere le prove dei danni alla salute che può causare. Ciò nonostante, se non si approfondisce a dovere questo tema, come si fa a porre dei rimedi? L’interesse non è solo di carattere medico ma riguarda anche il mantenimento di alti livelli di produttività.
Le prove scientifiche più conosciute affermano che lunghi periodi di seduta ininterrotta ha effetti indesiderabili sia di natura fisica che emotiva. Il flusso sanguigno alle gambe si riduce, aumenta il rischio di aterosclerosi (o arteriosclerosi) e gradualmente aumentano le placche nelle arterie. Rispetto a coloro che si muovono durante la giornata lavorativa aumenta anche il rischio di diabete, obesità e depressione.
Come combattere la sedentarietà in ufficio
I metodi proposti per contrastare la sedentarietà in ufficio sono stati diversi:
- Sono introdotte le attrezzature come i tapis roulant e le postazioni di lavoro in piedi;
- Le grandi aziende hanno introdotto i piani di coinvolgimenti all’attività fisica, sotto forma di agevolazioni per frequentare la palestra;
- Raramente la stessa palestra è presente in azienda.
Il problema è che questi interventi riguardano solo la minima parte degli impiegati, la gran massa svolge il proprio lavoro per cicli di 8/9 ore continuative seduti di fronte ad uno schermo. Con l’avvento dello Smart working la situazione potrebbe addirittura peggiorare.
I punti deboli di questi interventi sono:
- La mancanza di praticità
- L’impatto economico
- La scarsa lungimiranza
- L’incompatibilità rispetto alla maggior parte delle situazioni lavorative
È stato posto anche un altro tema che va nella direzione diametralmente opposta alla necessità di muoversi durante il lavoro. Le persone che si muovono e fanno esercizi, rispetto ai sedentari, possono sentirsi stanchi, scontrosi, affamati e distratti? Se così fosse gli effetti nel lungo periodo potrebbero addirittura essere negativi.
Sulla scorta di queste premesse sono stati condotti più studi con l’obiettivo di fornire una risposta chiara. Prendiamone uno come esempio per la sua particolarità nel ricercare una risposta semplice rispetto a coloro che temono effetti collaterali del movimento in ufficio.
Sedentarietà in ufficio – lo studio rivelatore
Il 3 novembre del 2016 è stato pubblicato uno studio sull’International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity, dal titolo: “Effetto delle frequenti interruzioni della seduta prolungata sui livelli di energia, umore, desiderio di cibo e funzione cognitiva auto-percepiti”.
I diversi test si sono concentrati su differenti metodi per incrementare il movimento tra gli impiegati. La ricerca è stata eseguita dall’Anschutz Medical Campus dell’Università del Colorado, dal Johnson & Johnson Human Performance Institute e da altre istituzioni.
Nella prima fase sono stati selezionati 30 impiegati sedentari. Test sanitari sono serviti per calcolare la frequenza cardiaca e il livello di ormone dello stress. I questionari invece hanno determinato la percezione di stanchezza o energia, la sensazione di appetito, e il livello di felicità.
I 30 testati sono stati poi invitati a svolgere giochi al computer per valutare la capacità sia di concentrazione sia di prendere decisioni.
Ognuno dei candidati, presso la clinica universitaria, ha simulato una giornata di lavoro di sei ore. Nella prima sessione la giornata lavorativa era quella standard, senza interruzioni ad eccezione delle pause per il bagno. Nella seconda sessione la prima mezz’ora dell’inizio dell’attività lavorativa si è svolta con una passeggiata di trenta minuti; le restanti cinque ore e mezza sono state continuative al desk. Nell’ultima prova ciascuna delle sei ore è cominciata con cinque minuti di tapis roulant a camminata moderata.
Le verifiche del livello dell’ormone dello stress sono state eseguite con prelievi del sangue all’inizio e alla fine di ogni giornata simulata di giornata lavorativa. Durante le sessioni i partecipanti hanno risposto alle stesse domande dei questionari di partenza per auto-valutare lo stato d’animo, la percezione di fatica e l’appetito. Stessa cosa è stata ripetuta per i giochi al computer.
I risultati dei test
La prima valutazione fornita dai dati è stata che le persone si sentivano più attive ed energiche nelle due sessioni in cui era previsto il movimento. Le altre misurazioni hanno confermato una netta supremazia della sessione in cui si svolgevano brevi passeggiate ad inizio ora lavorativa.
Il livello dell’ormone dello stress e i test cognitivi sono rimasti uguali nelle tre diverse sessioni.
È possibile affermare quindi che svolgere attività fisica a brevi cicli di durata nell’arco di tutta la giornata lavorativa, aumenta il benessere, non riduce la capacità di concentrazione e non determina stanchezza.
Questo studio è abbastanza limitato come numero di partecipanti e si basa in parte su considerazioni personali, ciò nonostante, la simulazione dei tre diversi modi di affrontare la giornata lavorativa, rivela che il movimento distribuito e rilassante è la migliore soluzione al problema della sedentarietà.