Voglia di ritornare in ufficio? Non vedo l’ora

Un titolo di questo genere sarebbe stato impossibile anche solo pensarlo nel primo quadrimestre del 2020, nel 2021 però la musica è cambiata. Dopo aver decantato, in lungo e in largo, gli aspetti positivi dello smart working prevale oggi un sentimento comune. Da diversi studi sembra emergere chiaramente la voglia di ritornare in ufficio.

Vale la pena indagare meglio per comprendere le motivazioni che sono alla base di quella che sembra una “sensazione di mancanza” che interessa in particolar modo i millennial.

Strano a dirsi ma il punto da cui è partita questa riflessione è stato un fenomeno (o trend) riguardante la musica. Questo spunto ci porterà al centro del dibattito tra coloro che vogliono ritornare in ufficio e invece quanti desiderano continuare a lavorare da casa.

Voglia di tornare in ufficio

Da dove nasce il desiderio di riappropriarci dello spazio ufficio?

Stando a casa abbiamo potuto godere di numerosi benefici:

  • Stop al pendolarismo;
  • Presunti incrementi di produttività grazie al fatto che nel “nuovo ambiente di lavoro” le interruzioni e il rumore di fondo praticamente per molti di noi si sono azzerati;
  • Abbiamo imparato a lavorare sulla fiducia grazie all’impossibilità del controllo visivo;
  • Almeno in teoria la vita privata ha trovato un equilibrio più favorevole.

Tutte cose che ora conosciamo bene; non per tutti lo smart working è stato così positivo ma per la maggior parte Sì.

Visti i pro allora perché molti si auspicano il ritornare in ufficio?
Le persone per potersi esprimere al meglio hanno bisogno di 3 cose:

  1. essere felici
  2. sentirsi al sicuro
  3. essere a proprio agio

Voglia di tornare in ufficio

Prima dell’inizio della pandemia la tendenza del design per ufficio guardava molto a concetti come la Biofilia, il comfort, la flessibilità del lavoro (ABW). Come risposta gli architetti si sono dati un gran da fare per creare uffici sempre più creativi, in grado soprattutto di motivare le persone a collaborare fra loro.

I tre elementi di cui sopra si potrebbero riscontrare anche in una casa se non fosse che nel medio/lungo periodo abbiamo bisogno di confrontarci e ottenere il consenso del prossimo.

La natura umana predilige la varietà e la novità, siamo naturalmente curiosi. In parte gli strumenti digitali che abbiamo a disposizione soddisfano questa esigenza ma solo parzialmente e ce ne siamo accorti.

Il punto è proprio questo un ambiente limitato come può essere la casa finisce per non motivare la creatività, anzi forse la soffoca. Per alcuni lavorare da casa può essere una valida alternativa, per altri è noioso.

I Millennial hanno bisogno di ritornare in ufficio

Oggi l’ufficio è considerato un attrattore, il suo ruolo per assurdo è stato molto rivalutato. La possibilità di incontrare i propri colleghi, risolvere più efficacemente problematiche che richiedono il contributo di più persone, persino la pausa caffè, hanno superato in aspirazione, le comodità offerte dallo smart working.

Si parla di un nuovo punto di equilibrio ottimale da raggiungere nella propria vita lavorativa, divisa nell’alternanza casa e ufficio. Si avverte una voglia di ritorno al passato che ha come filo conduttore la necessità di sensazioni non mediate o ridotte al minimo funzionale.

Non siamo sorpresi nemmeno del fatto che siano nate nuove mode, tra queste c’è anche l’esplosione della vendita dei vinili.

Voglia di tornare in ufficio

A questo punto è d’obbligo un parallelismo, forse un po’ ardito ma che sembra perfettamente calzante.
Piccola premessa: gli uffici sono in gran parte popolati dai millennial, ascoltare un LP è un atto del passato.

Non abbiamo dimenticato cosa significhi toccare un disco, quanta attenzione bisogna fare per avviare un giradischi ecc.. Alla fine veniamo ripagati dal suono caldo e meravigliosamente analogico. Tutto ciò si contrappone alla musica digitale, al tap sul gelido display di uno smartphone e alla disponibilità illimitata di brani.
Non sono la stessa esperienza poiché producono un livello di soddisfazione diversa.
Volendo semplificare si può affermare che l’esperienza digitale o virtuale appaghi meno rispetto alla fisicità analogica perché mancante di calore. Possiamo contrapporre la comodità di un mondo virtuale all’esperienza vera, tattile e fatta di rituali.

La vita in ufficio oggi manca a molti poiché scarseggiano il calore e l’umanità delle “interazioni analogiche” da uomo a uomo. La convenienza della collaborazione digitale via via che passa il tempo, diviene più faticosa. Le sfumatura della comunicazione scritta o mediata da Zoom, sono prive di emozioni e non svelano le intenzioni dell’interlocutore.

Ritornare in ufficio – ultime riflessioni

Le aziende per prosperare hanno bisogno di generare novità per i propri clienti. Il ciclo di vita dei prodotti si è sempre più ristretto al punto che siamo abituati ricomprare lo stesso prodotto leggermente aggiornato solo per il gusto della novità.

Le persone amano stare insieme e nell’ambiente di lavoro si confrontano per risolvere problemi crescenti. Il luogo dove avviene tutto ciò è l’ufficio!

Voglia di tornare in ufficio

Massimiliano Notarbartolo

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