Presso i nuovi e innovativi spazi di Cobox a Cremona, si è tenuta la conferenza su tema dell’Intelligenza Artificiale e della User Experience applicate agli spazi domestici del prossimo futuro.
Un incontro supportato da Mail Up che ha visto la partecipazione di una delle maggiori esperte in campo, Daria Loi, Experience Maker e fondatrice di Studio Loi
Si tratta di tematiche entrate ormai nel nostro flusso di informazioni quotidiane, in molti ne parlano con toni sensazionalistici o allarmanti.
Ma cosa si conosce veramente quando si parla di Intelligenza Artificiale e soprattutto a che punto si è arrivati nell’applicazione di questa tecnologia alla vita di tutti i giorni?
Ci ha chiarito un po’ le idee la presentazione di Daria Loi, experience Maker di professione che da anni si occupa dell’argomento.
Il suo punto di vista esperto ma in particolar modo critico e costruttivo sui risultati che si possono raggiungere con tecnologie tanto avanzate ha portato a un dialogo aperto e informale con il pubblico, invitato a riflettere anche a livello etico e morale.
Intelligenza artificiale si può definire come l’abilità di analizzare informazioni e produrre risultati con metodi simili a quelli utilizzati dalla mente umana. Imparando, decidendo e risolvendo problemi di varia complessità. In pratica utilizzando logica e ragionamento.
Questo implica che per creare un’intelligenza artificiale si debba quotidianamente somministrare dati sottoforma di algoritmo ricavati dalle esperienze ed emozioni umane.
Da qui il primo problema che deriva dal fatto che i dati raccolti sono ricreati in laboratorio o prelevati dalla rete pertanto diversi dalla realtà. La spontaneità di una risata al bar con gli amici è infatti molto diversa dalla risata di una persona cui viene detto di farlo.
Cultura, contesto, esperienze, sono tutti fattori importanti da dover tenere in considerazione quando si parla di intelligenza.
Le persone sono complesse e ciò da cui occorre partire è comprendere il più possibile questa complessità per riprodurre sistemi in grado di migliorare la vita degli individui.
Capire la complessità implica anche capire di cosa si ha davvero bisogno e questo porta al secondo tema che riguarda un aspetto più etico e morale.
Creare algoritmi può risultare una pratica più o meno complessa in base alla quantità e qualità di dati che si riescono a raccogliere ma prima di creare un qualsiasi tipo di tecnologia è doveroso interrogarsi sull’utilità reale di tale innovazione e possibilmente delle conseguenze che ne possono derivare.
Ecco come l’user experience entra a pieno diritto nella pratica dell’intelligenza artificiale perchè senza l’ascolto e l’osservazione delle persone c’è il rischio di creare tecnologie inutili se non addirittura dannose.
Le persone sono complesse e occorre comprendere questa varietà per riprodurre sistemi in grado di migliorare la vita degli individui
Ciò che è davvero importante tenere a mente è che la tecnologia ha bisogno di senso critico al di là di ciò che è già o sarà possibile creare in un prossimo futuro.
Non dimenticarsi delle persone è fondamentale e potrà sembrare banale, ma in un’epoca in continua evoluzione e che si sta caratterizzando per una popolazione sempre più fisicamente attiva e longeva, il progredire della tecnica deve sottostare alle reali necessità dell’uomo.
Solo progettando tenendo conto dell’uomo sarà davvero possibile migliorare la qualità di vita.