Può lo spazio fisico avere effetto sul pensiero creativo? Ci siamo già occupati di questo argomento nell’articolo “Il design per gli uffici come motore dell’innovazione”.
Ora cambiamo prospettiva e lo affrontiamo dal punto di vista della progettazione di uffici, sempre attraverso la lente di ingrandimento che ci fornisce la psicologia ambientale.
Molte delle affermazioni che seguiranno corrispondono a comportamenti istintivi, sia da parte di chi progetta, che di chi utilizza lo space office. Avere una maggiore consapevolezza può cambiare letteralmente la nostra aspettativa di interior design destinata agli spazi di lavoro.
La psicologia ambientale, che ha pochi anni di vita (anni ’70), si sta inglobando sempre più nell’architettura, divenendo in prospettiva, un’unica materia che dalla teoria permette di passare direttamente alla pratica della progettazione uffici.
L’ufficio che catalizza la creatività, la Teoria dei livelli
Il tratto distintivo di una mente creativa è l’apertura mentale e la flessibilità cognitiva, partiamo da questo assunto per ipotizzare una strategia di costruzione dello spazio lavorativo che poggi su solide fondamenta teoriche.
Lo spazio mentale è definibile come l’estensione dell’apertura intellettuale e la disponibilità ad includere nuove idee. Lo spazio fisico è invece ciò che ci circonda, ma anche ciò che non possiamo vedere nitidamente e che per forza di cose dobbiamo immaginare.
Se dovessimo collegare il concetto di spazio mentale al mondo fisico intorno a noi, potremmo dire che la percezione di ampiezza e distanza vanno di pari passo sia nella percezione mentale che in quella fisica.
L’ultimo step di questo ragionamento porta a considerare che più lo spazio è ampio e si espande, più il pensiero diventa creativo perché ci rende maggiormente predisposti a sollecitare l’immaginazione per raffigurare ciò che non è delineato.
La Teoria dei livelli, conosciuta con l’acronimo CLT (Construal level theory), afferma che le cose lontane spingono la mente verso l’astratto, mentre gli oggetti vicini portano il pensiero in una dimensione più concreta, più adatta alla valutazione dei dettagli.
E’ facile fare degli esempi esplicativi: pensa a quando guardi l’orizzonte, avverti un senso di smarrimento dovuto all’immensità, ma allo stesso tempo sei pervaso dalla proiezione emotiva, l’astratto provocato dall’immaginazione, ti fa pensare alla bellezza dei colori cangianti, alle forme non delineate ecc.. In senso contrario ciò che ti è vicino è molto chiaro e delineato, non c’è immaginazione, ma solo concretezza.
Portando questo concetto nella Teoria dei livelli, la mente passa da un “livello” elevato o astratto (in senso mentale e fisico), ad un piano di focalizzazione dei particolari con conseguente assenza di immaginazione.
Il cervello umano è diviso in due emisferi, quello destro è dedicato all’elaborazione cognitiva creativa, mentre quello sinistro svolge compiti cognitivi analitici.
Detto questo si può immaginare come lo spazio fisico sia uno dei meccanismi più adatti per innescare il pensiero creativo.
Tecniche per sfruttare lo space office in relazione alla creatività
Una parete che chiude la vista la si può figurativamente abbattere attraverso immagini prodotte da schermi, oppure da finestre o ancora da grandi quadri.
Nei moderni uffici si fa grande uso dell’arte, puoi trovare traccia di questa modalità di arredo per uffici, molto indietro negli anni. I quadri di Mark Rothko (che considero il Leonardo da Vinci della pittura astratta), sono spesso e volentieri raffigurati negli uffici più importanti. Il messaggio è chiaro, più il concetto della figura è impreciso e sfocato, maggiore sarà il senso di astrazione che avvertiremo.
Occorre avere controllo sulle vedute nei luoghi di lavori, uno spazio chiuso o bloccato da elementi troppo invadenti, sprecano i benefici psicologici che può dare la distanza.
L’orientamento delle sedute verso l’esterno fornisce una spinta mentale che aiuta a rilassare la mente. Soffitti alti ampliano la percezione che può essere influenzata dalla luce naturale diffusa, dalla sensazione di vivere in uno spazio esterno, vedi ad esempio lo sviluppo che sta avendo la corrente di design che passa sotto il nome di Biofilia.
Il colore delle pareti e degli oggetti invadenti può essere controllato. In generale si dice che i colori caldi come il rosso o l’arancione siano più vicini (in percezione), rispetto a quelli freddi che invece tendono ad allontanarsi. Lo spazio si dilata e mima l’esterno con i toni freddi, al contrario dei colori con toni caldi che si contraggono verso l’osservatore.
Nel 2006 l’architetto Shashi Caan ha condotto un test sulla percezione dei colori in ambienti reali. Immergendo i partecipanti nelle stanze monocromatiche ha potuto osservare come cambiava il loro comportamento in relazione alla tonalità di colore della stessa. In sintesi è apparso come le persone nella stanza rossa tendessero a posizionarsi verso il centro, proprio come se le pareti rosse li spingessero verso l’interno. Nella stanza blu invece i partecipanti si disponevano verso il perimetro esterno, il comportamento tipico degli esploratori.
Creative building
La Teoria dei livelli applicata all’architettura per interni può rendere consapevole il designer della sua capacità di influenzare i livelli di creatività dei suoi occupanti. Non tutti i luoghi hanno bisogno di avere grandi quadri, enormi finestre ed altro ancora. Il pensiero astratto è adatto alle sale riunioni ove si svolgono i brainstorming o dove si accolgono i clienti.
L’astrazione da modo alla mente di riposare poiché si utilizza l’altro emisfero del cervello. Da ciò si desume che gli spazi comuni dovrebbero essere il più possibile aiutati con la luce, con le piante, con l’utilizzo dei colori freddi o ancora per mezzo dello spazio sviluppato in altezza o in verticale.
Il riposo dopo un periodo di concentrazione è una condizione necessaria per evitare i crolli di produttività. La pausa caffè e il relax hanno la necessità di ridurre lo stress fisico, l’utilizzo sapiente dello spazio moltiplica la sua efficacia. Al contrario i luoghi della concentrazione possono attenuare l’espansione della mente.
Ogni azienda ha un proprio modo di operare, il designer dello space office fa bene a coinvolgere chi dovrà poi utilizzarlo, la sua missione è capire come aiutare il singolo e la collettività a passare da momenti di astrazione a periodi in cui occorre concentrazione.
Per rispondere alla domanda iniziale si può dire che i presupposti per influire sulla creatività nello space office siano strettamente collegati all’idea di distanza.